Amaro a fine pasto, un’abitudine tutta italiana

Si tratta di uno dei liquori più richiesti a fine pasto, soprattutto tra gli uomini e, naturalmente, tra gli italiani: è l’amaro, un liquore digestivo a base di erbe che (non tutti lo sanno) può anche non essere alcolico. Le sue origini risalgono a tempi molto antichi: greci e romani erano soliti bere misture di vino, spezie, erbe e miele per digerire dopo pasti luculliani, mentre la plebe ne produceva una propria versione utilizzando ingredienti più poveri, ottenendo qualcosa di simile alle grappe odierne. Gli amari di oggi assomigliano molto a quelli prodotti nei monasteri nell’epoca medievale, utilizzando estratti di piante e di diversi vegetali lasciati a macerare nell’alcol per lunghe ore.

Caratteristiche essenziali

Ogni amaro è composto da diverse erbe e vegetali la cui presenza e combinazione ne determina le proprietà; nonostante il nome tuttavia non sempre questa bevanda ha un sapore amaro, anzi, alcune tipologie sono piuttosto dolciastre. La consistenza è densa, simile a melassa, e il grado alcolico varia dai 15 ai 35 gradi, anche se alcuni amari sono analcolici pur essendo ottimi digestivi. Ne esistono numerose varianti: il termine amaro infatti è molto generico e include nella categoria tutte le tipologie, mentre il termine fernet indica un amaro di alta gradazione alcolica e notevole effetto digestivo. Abbiamo poi l’elisir, che deriva dall’infusione delle erbe nell’alcol, e il rabarbaro, molto delicato e poco alcolico. Quali sono le erbe tipiche nella preparazione degli amari? Limone, cedro, anice, zenzero, timo, cannella, assenzio, sambuca le preferite, ma ne esistono molte altre (ginepro, finocchio, mentolo, cardamomo, genziana, zafferano, alloro…). Non esistendo una vera e propria ricetta, l’unico limite è la fantasia.

Preparare un amaro: puoi farlo anche tu

La semplicità di preparazione di un amaro ha facilitato la nascita di numerosissime varianti locali, alcune delle quali sono diventate molto famose e hanno posto le basi per gli attuali amari conosciuti al grande pubblico. Per preparare un amaro casalingo è sufficiente scegliere le erbe aromatiche e le spezie desiderate e lasciarle macerare per qualche giorno nell’alcol puro; si può anche esporre la bottiglia al sole, ma in tal caso va ricoperta di carta stagnola. Dopo 5-6 giorni vanno aggiunti zucchero mescolato con Vermouth e si deve lasciare macerare per altre 24 ore; infine, il tutto va filtrato, imbottigliato e lasciato riposare per 10 mesi prima del consumo.

Regione che vai, amaro che trovi

Ogni regione italiana vanta il proprio amaro tradizionale in base alle erbe che crescono nello specifico ambiente; ormai la maggioranza di questi liquori è prodotta industrialmente anche se non mancano le versioni artigianali, apprezzate dal piccolo pubblico che è in grado di coglierne le finezze organolettiche. Molte piccole imprese familiari si sono evolute in marchi nazionali che hanno consentito la diffusione degli amari locali sul grande mercato: è il caso del celebre Fernet milanese, ma anche dell’Averna, del Lucano e del Montenegro.