Sul web e nelle riviste cartacee specializzate è possibile trovare numerose classifiche circa le migliori birre presenti in commercio, specie ora che in Italia si è verificata una vera e propria esplosione dei prodotti artigianali, che vengono apprezzati anche all’estero. Ma che dire invece delle peggiori birre? Esistono delle liste che elencano le marche da evitare? E quali caratteristiche ne definiscono la scarsa qualità? É quello che cercheremo di scoprire qui di seguito.

Sul gusto non si discute…oppure no?

Uno dei criteri che rende una birra imbevibile è ovviamente il sapore. Alcuni produttori si ostinano a proporre combinazioni improponibili, con risultati che non possono certo definiti eleganti. Ecco quindi che al numero 10 della nostra speciale classifica delle peggiori birre della storia compare la Bud Light Chelada, il cui gusto non verrà mai ricordato per sobrietà e armonia. Relativamente al fattore del sapore, gli esperti sembrano concordi nel bocciare la Olde English 800, che collochiamo quindi alla nona posizione. Ottavo posto per la Keystone Premium, amara e insignificante, seguita a ruota dalla Hurricane High Gravity Lager, una delle peggiori birre in quanto a sapore.

 

peggiori birre

God save us from worst beer

 

Le ultraleggere

Sono molte le birre che si propongono come “light” per catturare l’attenzione dei consumatori. Purtroppo alcuni di questi prodotti non si differenziano da acqua al limone, tanto sono leggeri e banali. Nella graduatoria delle peggiori birre, troviamo allora al posto numero sei la Rock Green Light, così leggera che sembra gazzosa. Quinta posizione per la birra tailandese Chang, mentre il quarto posto è occupato da una marca canadese, la Sleeman Clear, una birra che si fa fatica a definire tale, considerato il gusto molto più simile all’acqua aromatizzata che alle bevande a base di luppolo e malto.

Il podio delle peggiori birre

Eccoci arrivati ai primi tre posti delle peggiori birre della storia. Anche in questo caso la scelta non è delle più semplici, in quanto occorre valutare diversi fattori, come la scarsa digeribilità, le presenza eccessiva di bollicine, il sapore più o meno amaro del prodotto, il retrogusto spiacevole che lascia nel palato, il rapporto qualità – prezzo. Tuttavia, gli intenditori sono unanimi nel collocare Natural Light tra le prime tre peggiori birre del pianeta. La medaglia d’argento spetta alla Coors, marca americana dal sapore a dir poco oltraggioso; questa birra, prodotta in Colorado, promette freschezza e gusto intenso, ma riesce solo a deludere tutti i palati. Il trofeo della peggiore birra va infine alla Brahma, prodotta in Brasile e considerata una delle più insignificanti al mondo: appartenente al gruppo Anheuser-Busch InBev, questo marchio si distingue per un sapore indefinito, un nome rivedibile ed una qualità pessima.

 

E voi? Con quali birre avete avuto un brutto incontro? Raccontatecelo! Difendiamoci dalla birra cattiva!